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Sono 5.200 i nuovi contratti che saranno attivati in provincia di Parma nel corso del mese di settembre. Una cifra rilevante che, comunque, appare in lieve calo rispetto allo stesso mese del 2022, con 90 unità in meno.

Ad evidenziarlo sono le analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior; analisi dalle quali emerge il perdurare della leggera tendenza alla riduzione per tutto il trimestre settembre-novembre, con i nuovi contratti previsti a quota 13.740 e in calo dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2022.

Analogo l’andamento in provincia di Reggio Emilia (14.620 nuovi contratti nel trimestre e -2,2% sullo stesso periodo del 2022), mentre in provincia di Piacenza è previsto un leggero aumento (+2,1% nel trimestre, con 8.410 nuovi contratti).

Tornando ai dati del mese di settembre in provincia di Parma, i nuovi contratti si concentreranno per il 68,2% nel settore dei servizi, con 3.550 nuovi contratti e un calo dell’1,9% rispetto al settembre 2022); una flessione determinata dal calo del comparto dei servizi alle imprese (1.380 nuovi contratti, con un -2,8 % rispetto a settembre 2022), dei servizi di ristorazione e alberghieri (720 contratti, con -8,8%) e del commercio (-2%, con i contratti a quota 490), non compensati dall’aumento, pur rilevante (+5,5%) del segmento dei servizi alla persona, per il quale è prevista l’attivazione di 950 nuovi contratti.

Per il settore industriale i nuovi contratti previsti in settembre sono 1.650, con un -1,2% rispetto allo stesso mese del 2022, tutto ascrivibile all’industria manifatturiera e alle public utilities, mentre appare stabile a quota 340 nuovi contratti il comparto delle costruzioni.

I contratti a tempo indeterminato o di apprendistato copriranno una quota del 22% del totale, mentre nel 78% dei casi si prevedono contratti a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita.

Le attivazioni di contratti interesseranno per una quota del 30% giovani con meno di trent’anni e, per il 17%, riguarderanno laureati.

Come ormai accade puntualmente, le aziende parmensi incontreranno difficoltà, anche nel mese di settembre, nel reperimento delle figure professionali ricercate, problema che si riscontra per il 52% dei profili e che raggiunge quote anche sensibilmente più alte in alcuni segmenti di specializzazione.

Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, ad esempio, la domanda di tecnici informatici è infruttuosa nell’ 81,8% dei casi, mentre quella di tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi lo è nell’80,4% dei casi. Di difficile reperimento anche gli ingegneri (nel 76,1% dei casi) ed anche i tecnici della salute (70,6% di ricerche infruttuose).

Per quanto riguarda gli impiegati e le professioni commerciali e dei servizi, sono di più difficile reperimento gli esercenti e gli addetti nelle attività di ristorazione (60,3% dei casi), gli addetti alla segreteria ed agli affari generali (53,8%), gli operatori della cura estetica (46,4%) e i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (il 43,2% risulta di difficile reperimento).

Per gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano per quelli specializzati nella carpenteria metallica (nel 84,2% dei casi, di difficile reperimento), seguiti dagli operai specializzati in edilizia (80,5%), da meccanici, montatori, riparatori e manutentori macchine (76,3% dei casi), e dai conduttori di veicoli a motore (70,6%).


Ultimo aggiornamento

11-03-2024 09:03

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