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Sono 5.680 i nuovi contratti che saranno attivati in provincia di Reggio Emilia nel corso del mese di settembre. Una cifra rilevante che, comunque, appare in lieve calo rispetto allo stesso mese del 2022, con 130 unità in meno.

Ad evidenziarlo sono le analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior; analisi dalle quali emerge il perdurare della leggera tendenza alla riduzione per tutto il trimestre settembre-novembre, con i nuovi contratti previsti a quota 14.620 e in calo del 2,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Analogo l’andamento in provincia di Parma (13.470 nuovi contratti nel trimestre e -1,5% sullo stesso periodo del 2022), mentre in provincia di Piacenza è previsto un leggero aumento (+2,1% nel trimestre, con 8.410 nuovi contratti).

Tornando ai dati del mese di settembre in terra reggiana, i nuovi contratti si concentreranno per il 61,2% nel settore dei servizi che, con 3.480 nuovi contratti, registrerà una flessione del 3% (corrispondente a 110 attivazioni in meno), tutta legata al calo deli servizi alle imprese (1.080 contratti e -6,9% sul settembre 2022) e ai servizi alberghieri e di ristorazione (870 nuovi contratti, in calo del 10,3%).

Andamento in crescita, invece, per i servizi alla persona, con un +3,5% che porta a 870 i nuovi contratti di lavoro, e per il commercio, settore nel quale sono previsti 660 nuovi contratti di lavoro e un aumento del 6,4% rispetto al settembre 2022.

Per il settore industriale è prevista una sostanziale stabilità; i nuovi contratti previsti a settembre, infatti, sono 2.200, vale a dire 20 in meno rispetto allo stesso mese del 2022.

I contratti stabili (cioè a tempo indeterminato o di apprendistato) copriranno una quota del 24% del totale, mentre nel 76% dei casi si prevedono contratti a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita.

Le attivazioni di contratti interesseranno per una quota del 34% giovani e, per il 19%, riguarderanno laureati.

Come ormai accade puntualmente, le aziende incontreranno difficoltà, anche nel mese di settembre, e in 53 casi su 100, nel reperimento delle figure professionali ricercate.

Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, la domanda di tecnici in campo ingegneristico potrebbe rivelarsi infruttuosa nell’88,8% dei casi, mentre quella di tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi si attesterà al 79,7%. Di difficile reperimento anche i tecnici in campo ingegneristico (nel 63,5% dei casi) ed anche i tecnici della salute (nel 63% dei casi).

Nell’ambito degli impiegati e nelle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento gli operatori della cura estetica (63,8% dei casi), gli esercenti e gli addetti nelle attività di ristorazione (58,5%), gli addetti alla segreteria ed agli affari generali (45,6% dei casi, di difficile reperimento), ed i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (nel 41,6% dei casi, di difficile reperimento).

Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano per gli quelli specializzati nell’installazione e manutenzione di attrezzature elettriche ed elettroniche ( nel l’87,2% dei casi sono di difficile reperimento), seguiti da meccanici, montatori, riparatori e manutentori macchine (nel 79,4% dei casi), dagli operai specializzati in edilizia (78,6% dei casi) e dai conduttori di veicoli a motore (73,4%).


Ultimo aggiornamento

11-03-2024 09:03

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