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Sono 2.870 i nuovi contratti che saranno attivati in provincia di Piacenza nel corso del mese di settembre. Il dato – frutto dell’analisi dell’Ufficio studi della Camera di commercio dell’Emilia sui dati del Sistema Excelsior - appare stabile rispetto al semestre 2022, mentre è atteso un aumento in ottobre e novembre, tanto che il risultato del trimestre settembre-novembre dovrebbe risultare superiore del 2,1% a quello dello scorso anno, con un numero di nuovi contratti attestato a 8.140 unità.

Seppure di entità contenuta, la crescita dei nuovi contratti è prevista solo nel piacentino, mentre nelle altre province in cui opera la Camera di Commercio dell’Emilia si registreranno piccole flessioni (-1,5% il dato trimestrale atteso a Parma e -2,2% quello di Reggio Emilia).

Tornando ai dati del mese di settembre relativi a Piacenza, i nuovi contratti di lavoro si concentreranno per il 77% nel settore dei servizi, con 2.200 nuovi contratti (+1,3% rispetto al settembre 2022), e per il 50%, nelle imprese con meno di 50 dipendenti.

La crescita dei nuovi contratti nel comparto dei servizi è legata alle buone performances del segmento relativo ai servizi alle imprese (+0,8%, con 1.180 nuovi contratti), al commercio (290 nuovi contratti, con un aumento del 3,5%) e ai servizi alle persone (+5,5%, con i contratti in salita a 380), mentre è previsto un calo nei servizi di ristorazione e alberghieri (-5,4%, con 350 nuovi contratti).

In flessione anche l’industria, con 670 nuovi contratti previsti a settembre (-4,2%) e il peso maggiore sulla manifattura, mentre per le costruzioni (150 nuovi contratti) è prevista stabilità.

I contratti a tempo indeterminato o di apprendistato copriranno una quota del 23% del totale, mentre nel 77% dei casi si prevedono contratti a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita. Le attivazioni di contratti interesseranno per una quota del 30% giovani con meno di trent’anni e, nell’11% dei casi, laureati.

Come ormai accade puntualmente, le aziende piacentine incontreranno difficoltà, nel 48% dei casi, nel reperimento delle figure professionali ricercate.

I dati camerali attestano che nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, la domanda di ingegneri è infruttuosa nel 95,8% dei casi, mentre quella di tecnici informatici lo è nel 77,3% dei casi. Di difficile reperimento anche insegnanti nella formazione professionale, istruttori, allenatori (difficile reperimento per il 70%) e i tecnici in campo ingegneristico (nel 65,5% dei casi).

Nell’ambito degli impiegati e nelle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento le professionalità qualificate nei servizi sanitari e sociali (65,7% dei casi), gli operatori della cura estetica (52,9% dei casi), gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (50% dei casi), gli addetti alla segreteria ed agli affari generali (38,2% dei casi, di difficile reperimento).

Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano per quelli specializzati nelle lavorazioni alimentari (nel 98,2% dei casi, di difficile reperimento), nell’edilizia (93,3%), nella carpenteria metallica (83,3%), seguiti da meccanici, montatori, riparatori e manutentori macchine (nell’83%).


Ultimo aggiornamento

11-03-2024 09:03

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