Contenuto
Salirà dell’1% il numero degli occupati nelle province di Parma, Reggio Emilia e Piacenza, mentre il tasso di disoccupazione scenderà dal 5,1 al 4,1%; contemporaneamente, il valore aggiunto generato nelle tre province crescerà dell’1,1%, trainato dalle costruzioni e dai servizi.
Sono questi i dati migliori attesi per l’economia dell’Emilia occidentale, così come emergono dalle elaborazioni della Camera di Commercio dell’Emilia sulla base degli scenari di previsione dell’economia locale messi a punto da Prometeia.
“Siamo sostanzialmente in linea – spiega Stefano Landi, presidente dell’Ente camerale – con le previsioni che riguardano sia l’Emilia-Romagna che l’Italia (in entrambi i casi è previsto un incremento del valore aggiunto dell’1,2%), sebbene vi siano segnali di preoccupazione per un calo delle esportazioni (-3,4% a valori concatenati) che non ha riscontro né a livello regionale (dove è prevista stabilità), né a livello nazionale, dove è prevista una crescita dello 0,3%)”.
“Il rallentamento degli scambi con l’estero – prosegue Landi – peserà soprattutto sull’agricoltura e sull’industria, settori per i quali è previsto un calo del valore aggiunto che si attesta al 2,3% per il settore primario e a -1,8% per la manifattura”.
Un 2003 in chiaroscuro, in sostanza, che vedrà crescere soprattutto le costruzioni (+4,5%) e i servizi (+2,5%), “anche se – osserva Landi – sulle esportazioni riteniamo ancora possibile un miglioramento del risultato evidenziato dalle previsioni di luglio”.
LE PREVISIONI PER L’ECONOMIA PARMENSE
Il valore aggiunto atteso a fine anno in provincia di Parma è perfettamente allineato a quello previsto per l’Emilia occidentale; un +1,1% che migliora la previsione dello scorso aprile (+0,9%) che sconta, comunque, una pesante previsione per l’export; le previsioni dello scorso aprile, infatti, già evidenziavano una crescita zero, ma gli aggiornamenti di luglio evidenziano un drastico calo, con un -24,3% che determina, a propria volta, attese negative per il valore aggiunto dell’agricoltura (-3,3%) e dell’industria (-1,9%), i comparti a maggiore vocazione per gli scambi internazionali.
Per entrambi i comparti, il risultato atteso per il 2023 è peggiore di quello ipotizzato ad aprile, quando si prevedeva un valore aggiunto in calo del 2,5% per l’agricoltura e addirittura un saldo positivo (+0,1%) per l’industria.
“Siamo in presenza di una situazione molto complessa”, sottolinea Vittorio Dall’Aglio, l’imprenditore parmigiano vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia. “Il primo trimestre 2023 aveva mostrato andamenti positivi della produzione industriale (+0,8% i volumi, con un +5,4% sul fatturato), ma qualche segnale di cedimento, soprattutto degli scambi internazionali, si era già manifestato, con ordini esteri limitati al +1,6%; il perdurare, e per certi versi, l’acuirsi delle tensioni internazionali, associato ad aumenti rilevanti dei costi di produzione che ricadono anche sui partner commerciali europei, soprattutto a causa dell’aumento del costo del denaro come effetto delle politiche della BCE, ha cambiato e reso più complicati gli scenari”.
“Ciò nonostante – osserva Dall’Aglio – riteniamo comunque realistico un miglioramento delle prospettive dell’export nella seconda parte dell’anno”.
L’analisi delle prospettive dei diversi comparti evidenzia previsioni ancora positive per le costruzioni, con un valore aggiunto in leggero rallentamento rispetto ad aprile, ma abbondantemente in territorio positivo con un +4%; previsioni di crescita anche per i servizi, dati in aumento del 2,7% e al di sopra degli incrementi previsti a livello regionale (+2,3%) e nazionale (+1,9%).
Buone, poi, le previsioni per l’occupazione. “Il numero degli occupati – sottolinea al proposito il vicepresidente Dall’Aglio – è segnalato in aumento dello 0,8%, con un contemporaneo calo del tasso di disoccupazione di un punto (dal 5,3% del 2022 al 4,3% indicato per il 2023), ed è un dato sicuramente positivo per le nostre comunità, che dovrebbero veder crescere del 5,3% anche il reddito disponibile per le famiglie”.