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Prosegue la fase di assestamento delle esportazioni parmensi, che hanno chiuso i primi nove mesi del 2023 a quota 7,488 miliardi, con un calo del 6,1%.

Rispetto ai dati del primo semestre si registra un recupero, visto che al 30 giugno scorso – come evidenziano le analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati Istat - il calo era del 9,9%.

Rispetto allo scorso anno, resta, in ogni caso, una flessione, che continua a scontare il riallineamento dell’export legato al comparto chimico e, soprattutto, a quello farmaceutico, letteralmente esploso nel corso del periodo pandemico e ora prevedibilmente in rientro dopo una fase del tutto eccezionale.

Sui prodotti dell’industria manifatturiera (che rappresentano la quasi totalità delle esportazioni parmensi) pesa, infatti, una flessione del 45,8% proprio del settore farmaceutico, per il quale, peraltro, non sussiste alcun allarme.

Un esito – spiega il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia, l’imprenditore parmense Vittorio Dall’Agliodel tutto atteso, ma che certo non inficia il risultato positivo dell’industria del nostro territorio, che nei comparti liberi da eventi del tutto occasionali e particolari conferma una capacità competitiva davvero rilevante”.

Basti pensare, al proposito – prosegue Dall’Aglio -, a quel che è accaduto in questi nove mesi in due dei comparti più rilevanti della manifattura parmense: l’industria delle macchine e apparecchi ha fatto registrare una crescita del 24,8%, portando il valore delle esportazioni a quasi 1,8 miliardi, affiancata da prodotti alimentari e bevande che sono saliti, in valore, oltre i due miliardi di euro, con un aumento dell’export del 12,8%”.

Sono dati – conclude il vicepresidente Dall’Aglio - che evidenziano una crescita legata a capacità di ricerca, innovazione e investimento che, anche in condizioni di sviluppo complesse come quelle che stiamo vivendo, offrono buone prospettive di tenuta e di crescita sul piano economico e sul lavoro”.

Tornando alle analisi sui comparti, in crescita sono risultati anche gli articoli in gomma e le materie plastiche che, con un +6,1%, si sono portati, in valore, a 607 milioni, così come i prodotti tessili, abbigliamento, pellami e accessori, che hanno registrato una crescita del 4,4% e sono saliti a 257 milioni.

Così come era accaduto nel primo semestre, anche il bilancio dei primi nove mesi vede premiate le esportazioni verso l’Europa, che valgono il 67,6% dell’export parmense e sono risultate in crescita del 5,7%, mentre fra gli altri continenti l’unico apparso in crescita è stata l’Africa, con un +25% che vale circa 50 milioni in più rispetto ai primi nove mesi del 2022.

In netta flessione, anche qui influenzate dal chimico-farmaceutico, le esportazioni verso il continente americano, che si sono attestate a 1,345 miliardi, con un calo del 32,3%.

Tra i Paesi del Vecchio Continente, in termini assoluti il risultato migliore si è registrato con la Francia, sulla quale il +9,8% segnato nei primi nove mesi dell’anno vale oltre 100 milioni e porta il totale del mercato transalpino a 1,131 miliardi.

Bene anche i flussi verso la Germania, che sono saliti oltre il miliardo (1.031 milioni, per l’esattezza) con un + 6,3%, ma anche verso Spagna (+7,4%, con un valore di 354 milioni), Polonia (+12,3%, sfiorando i 300 milioni di euro) e Paesi Bassi (+24,1%, con 169 milioni di export).

In area extra UE, sul Regno Unito si è invece scontato un lieve calo (-1,8%, equivalente a 7 milioni di export in meno), mentre sulla Cina (che si colloca al decimo posto della Graduatoria dei Paesi maggiori acquirenti di prodotti parmensi) si sono persi quasi 50 milioni di export, scendendo ad un valore di 141 milioni.


Ultimo aggiornamento

08-03-2024 13:03

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