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Si è chiuso in crescita il secondo trimestre 2023 per la manifattura parmense. Rispetto allo stesso periodo del 2022, infatti, si sono rivelate in aumento sia la produzione dell’industria in senso stretto che quella delle costruzioni.
A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese, che parlano di un aumento della produzione dello 0,8% per l’industria e di un aumento del 2,6% del fatturato per le costruzioni.
In entrambi i casi i risultati appaiono decisamente migliori rispetto a quelli registrati a livello regionale; il +0,8% della produzione dell’industria, infatti, si contrappone al -0,3% dell’Emilia-Romagna, mentre l’incremento di fatturato per le costruzioni spicca in un quadro regionale a crescita zero.
Alla crescita dei volumi della produzione industriale (al netto delle costruzioni) ha corrisposto anche un aumento del fatturato, cresciuto del 2,3% (quello regionale ha segnato +0,7%) sulla spinta di un deciso rialzo della componente legata alle esportazioni, il cui valore è aumentato del 5,7% (+1,4% quello dell’Emilia-Romagna).
In controtendenza rispetto ai valori regionali anche gli ordinativi, aumentati del 3% a fronte di un calo dell’1% in Emilia-Romagna, consolidando una fase espansiva che si traduce in un grado di utilizzo degli impianti dell’80,3%, due punti al di sopra della media regionale.
La crescita della produzione industriale parmense è stata trainata dal +5,6% delle industrie meccaniche-elettriche e mezzi di trasporto. Seguono, con +3,4%, le industrie tessili, abbigliamento, cuoio e calzature, con +2,5% le industrie alimentari e delle bevande e con +2,0% quelle del legno e del mobile. Rallentano, invece, le industrie di lavorazione di minerali non metalliferi quali vetro, ceramica, materiale edilizio (-10,4%) e quelle dei metalli (-4,4%).
Anche in termini di fatturato, la crescita maggiore è registrata per le industrie meccaniche-elettriche e trasporti (+6,4%, con un balzo del 12,3% per l’estero), seguite dalle industrie tessili-abbigliamento-accessori (+5,7% e +6,8% estero), da quelle alimentari e delle bevande (+5,5%, +7,8% estero), da quelle del legno e mobile (+0,9%). Il calo dei volumi produttivi trova invece riscontro anche in una flessione del fatturato delle industrie di lavorazione di minerali non metalliferi (-6,3%) e quelle dei metalli (-4,3%).
Dal punto di vista dimensionale il maggior beneficio in termini di produzione (+1,6%) e di fatturato (+4,4% e +8,1% estero) si registra nelle medie imprese (50 dipendenti e oltre). Seguono le piccole (10-49 dipendenti) con produzione a +1,2%, fatturato a +1,7% e fatturato estero a +1,3%. Rallentano, invece, le micro imprese (quelle fino al 9 dipendenti) con -2,7% di produzione e -3,0% di fatturato, ma che dimostrano comunque di sapersi muovere con una certa flessibilità sui mercati esteri, restando a +0,1% di fatturato.
L’Artigianato e le Costruzioni
Le analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia approfondiscono, inoltre, la situazione del settore delle costruzioni (industria e artigianato) e, all’interno della manifattura nel suo complesso, quella dell’artigianato, che mostra una situazione di sofferenza.
Per l’artigianato manifatturiero, infatti, nel secondo trimestre 2023 la dinamica congiunturale evidenzia un rallentamento nella produzione del 2,3%, con un contemporaneo rallentamento degli ordinativi (-2,4% complessivamente, con -0,6% per quelli esteri). Il fatturato scende del 2,9%, nonostante la tenuta sui mercati esteri (+0,1%). Il grado di utilizzo degli impianti, infine, con il 75,6% appare inferiore al dato complessivo dell’industria, sebbene si riveli superiore alla media regionale del 73%.
Per le costruzioni, come si è detto, il secondo trimestre 2023 si è chiuso con un aumento del fatturato del 2,6% rispetto allo stesso periodo del 2022.
L’incremento di fatturato appare molto evidente per le imprese da 10 dipendenti in su, che hanno fatto segnare un +6,4%, mentre per le micro imprese c’è stata una riduzione dell’1,9% e la componente artigiana ha registrato un -1,1%.