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Sconta ancora il lento riallineamento del settore chimico-farmaceutico a valori non più influenzati dal boom legato alla pandemia, ma l’export delle imprese della provincia di Parma mostra uno stato di salute più che soddisfacente.
Pur chiudendo a -4%, infatti, il risultato 2024 delle esportazioni dalla nostra provincia evidenzia crescite molto rilevanti per tutti i comparti, ad esclusione, appunto, del settore farmaceutico, che con un -39,6% continua ad influenzare un risultato finale che, comunque, appare molto soddisfacente e si è fissato a 9,9 miliardi.
“I valori – sottolinea il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia, Vittorio Dall’Aglio – sono molto positivi, ed è molto importante anche il recupero che abbiamo registrato nell’ultimo trimestre dello scorso anno; nei primi nove mesi, infatti, la flessione delle esportazioni, sempre tenendo conto degli esiti di un settore chimico-farmaceutico prevedibilmente in contrazione, si attestava al 6,1%”.
“La competitività delle imprese del nostro territorio sui mercati internazionali – prosegue Dall’Aglio – si è espressa bene in tutti i settori e nelle aree che maggiormente incidono sulle nostre esportazioni; in ambito europeo, infatti, abbiamo registrato una crescita del 5,1%, ed è davvero un grande risultato se pensiamo che proprio nel vecchio continente si si realizza il 67% del valore dei prodotti dell’industria parmense verso l’estero”.
“Per il 2024 – conclude il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia – le previsioni parlano di un risultato complessivo che ci dovrebbe riportare in terreno positivo, con un +1,5%; come Camera di Commercio metteremo in campo nuove e importanti azioni per sostenere questi flussi, che ci auguriamo possano realizzarsi in uno scenario internazionale in cui, prima di tutto a beneficio delle persone, si possano affermare percorsi di pace e si stemperino le gravi conflittualità che stanno connotando le relazioni internazionali”.
Tornando alle cifre che emergono dalle analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia su dati Istat, con evidenza emergono le crescite registrate dal comparto agroalimentare e da macchine e macchinari; nel primo caso, infatti, il valore delle esportazioni si è portato a 2,7 miliardi, con un incremento del 12,7%, mentre per i macchinari si è registrato un incremento addirittura del 20%, per un valore finale di 2,4 miliardi.
A +2,7%, poi, ha chiuso il settore delle materie plastiche, con un valore di 770 milioni, mentre in calo, oltre al farmaceutico, è apparso anche il comparto chimico (-5,6%).
A trainare l’export parmense, come si è detto, è stata l’Europa (+5,1%), con crescite molto rilevanti nei Paesi dell’Unione che presentano le maggiori incidenze sui flussi.
In quest’ambito, la Francia ha fatto segnare un +7,1%, che ha portato il valore delle esportazioni a 1,5 miliardi e ha consolidato il primato del Paese transalpino, che rappresenta il 14,8% dell’export della nostra provincia; a ridosso, poi, la Germania (incidenza del 13,6% sul totale), verso la quale il flusso è aumentato, in valore, del 6,9%, portandosi a 1,3 miliardi di euro.
Valori al di sopra della media europea, poi, anche per la Spagna (+ 8,65% e 460 milioni) e Polonia (+6,7% e un valore di 381 milioni).
In calo deciso, invece, l’export gli Stati Uniti, con un -32,5% (e un valore che si è portato a 1,3 miliardi) pressochè totalmente ascrivibile al chimico-farmaceutico e al suo progressivo riallineamento a dati pre-covid.
In evidente contrazione, infine, gli scambi con la Cina: il valore delle esportazioni, infatti, è sceso del 21,8% (181 milioni il dato finale), associato ad una ancor più rilevante flessione delle
importazioni, più che dimezzate (-54%) e scese a 272 milioni.