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A poche settimane dall’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti e nonostante, al momento, l’Europa non sembri esplicitamente nel mirino di politiche restrittive sulle esportazioni, non si spengono i timori del sistema imprenditoriale circa i possibili aumenti dei dazi doganali e di un peggioramento delle condizioni sul mercato statunitense.
Una preoccupazione che, per gli imprenditori parmensi, appare ben giustificata dalle analisi sui flussi realizzata dall’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia.
Nel 2023, le esportazioni delle aziende della provincia di Parma verso gli Stati Uniti d'America si sono attestate, in valore, a 1.311,5 milioni di euro, vale a dire il 13,3% del totale dell’export provinciale, mentre le importazioni si sono fermate a 230,5 milioni di euro (il 4% del totale delle importazioni provinciali).
Il saldo commerciale (differenza tra esportazioni e importazioni), dunque, è risultato positivo per 1.081 milioni di euro.
I principali prodotti esportati verso gli Stati Uniti nel 2023 sono stati gli articoli farmaceutici, pari al 43,6% dell'export verso tale Paese; a seguire, le macchine ed apparecchi con il 24,8% di incidenza ed un incremento del 39,3% rispetto all’anno precedente e, ancora, gli alimenti e bevande con 19,2% di incidenza e -4,6% di dinamica. Le principali importazioni dagli USA riguardano anch’esse prodotti farmaceutici di base e medicinali, per un valore pari a 129,5 milioni di euro, con un calo del 10,3% rispetto al 2022.
Negli ultimi 5 anni (2018-2023) l’incidenza dell’export verso gli USA su tutto l’export provinciale è passata dal 7,4% al 13,3%, mentre l’incidenza delle importazioni è passata dal 6,2% al 4,0%.
“Queste cifre – sottolinea il vicepresidente della Camera di Commercio dell’Emilia, l’imprenditore parmense Vittorio Dall’Aglio – evidenziano bene non solo il rilevante peso della quota di export indirizzata verso gli USA, ma anche una dinamica estremamente positiva che le autorità italiane ed Europee sono chiamate a tutelare, a maggior ragione nel momento in cui registriamo già difficoltà nel campo dell’industria e possibili rallentamenti dei flussi verso Paesi del Vecchio Continente in cui si registrano situazioni di crisi dell’economia”.