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Inversione di tendenza per la manifattura parmense nel terzo trimestre 2024.

Dopo aver archiviato il primo semestre con una crescita della produzione industriale in senso stretto del 2,2% contro un dato medio regionale in calo del 2%, i primi nove mesi, infatti, si sono chiusi con un calo dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese.

E’ da qui che emerge una contrazione largamente inferiore a quella media regionale (-4,2%), ma comunque in evidente controtendenza rispetto ai dati del primo semestre 2024.

Il calo dei volumi ha portato in terreno leggermente negativo (-0,1%) anche il fatturato, seppure a livelli molto meno negativi di quelli regionali (-3,4%) grazie al saldo positivo dei mercati esteri e di quasi tutti i comparti produttivi.

Analizzando proprio i principali settori produttivi, si evidenzia che la crescita maggiore dei volumi della produzione industriale parmense si è registrata nel settore della lavorazione dei minerali non metalliferi (vetro, ceramica, materiale edilizio) con un +6,5% rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente, seguito dall’industria meccanico-elettrica e dei mezzi di trasporto (+3%) e, infine, dalle industrie alimentari e delle bevande (+2,4%).

Segno negativo, invece, per le industrie dei metalli con -8,6% e il tessile-abbigliamento-cuoio e calzature con -3,5%, mentre il comparto del legno e mobile risulta sostanzialmente in parità (-0,1%).

A livello di fatturato, le industrie alimentari e delle bevande hanno registrato un aumento del 5,1%, quelle della lavorazione di minerali non metalliferi sono cresciute del 4,9%, quelle del legno e mobile dell’1,7% e le industrie della meccaniche hanno fatto segnare un +1,2%.

In lieve calo, invece, il fatturato del tessile (-0,6%) e in sensibile ribasso (-8,1%) quello delle industrie dei metalli.

Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – sono in lieve crescita (+0,1%), grazie al traino delle industrie meccaniche (+4,6%) di quelle di produzione di alimentari e bevande (+3,4%) e dei lievi incrementi che interessano le imprese di lavorazione dei minerali non metalliferi (+0,1%) e il settore legno e mobile (+0,4%).

Segno negativo, invece, per le industrie dei metalli (-8,9%) e per il settore tessile-abbigliamento-cuoio e calzature (-3,6%).

Le settimane di produzione assicurata dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del terzo trimestre sono 12,4 (11,9 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 77,7% (superiore al 72,5% regionale).

Secondo le previsioni di produzione per il quarto trimestre, il 51% delle imprese ipotizza stabilità generale, il 29% aumento e il 20% diminuzione.

Per quanto riguarda le previsioni di ordinativi, il 46% ipotizza stabilità, il 27% aumento e il 27% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una stima del 48% per la stabilità, 29% per un aumento e 24% per un calo.

Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 33% delle imprese, di stabilità per il 48% e di calo per il 19%.

FOCUS ARTIGIANATO

Così come per tutta l’industria, anche per l’artigianato manifatturiero, a chiusura dei primi nove mesi del 2024, si evidenzia un calo nella produzione dell’1,7% (nel primo semestre il dato era a +1,5%), con un contemporaneo calo degli ordinativi totali dell’1,8% (il dato regionale è a -5,6%), nonostante una crescita dell’1,8% sui mercati esteri.

Il fatturato complessivo risulta in calo dell’1,9% (contro un -5,5% regionale), mentre cresce del 3,1% sui mercati esteri (-5,3% il dato regionale).

Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del terzo trimestre sono 7,1 (in linea con 7,2 del dato regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 69,6% (superiore al 67,5% regionale).

Secondo le previsioni di produzione per il quarto trimestre, il 62% delle imprese artigiane ipotizza stabilità, il 9% un aumento e il 29% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 52% ipotizza stabilità, il 10% aumento e il 37% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una fiducia di stabilità per il 49%, timori di calo per il 39% e ipotesi di crescita per il 12%. Sul fatturato infine le previsioni di crescita riguardano solo l’8% delle imprese oggetto d’indagine, mentre le ipotesi di stabilità risultano per il 58% e quelle di calo per il 34%.


Ultimo aggiornamento

02-01-2025 18:01

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