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Per i nuovi contratti di lavoro, l’agosto 2023 sarà migliore di quello dello scorso anno in provincia di Parma. Dai dati rilasciati dal Sistema informativo Excelsior, analizzati dall'Ufficio Studi della Camera di Commercio dell’Emilia emerge, infatti, un incremento di 110 unità (+3,1%), con un dato mensile che parla di 3.650 nuovi contratti, il valore più alto nelle province dell’Emilia occidentale. In controtendenza, invece, il dato trimestrale, che per il periodo agosto-ottobre 2023 segna un calo dell’1,8% rispetto al 2022, attestando a quota 13.290 i nuovi contratti che saranno attivati.
Quelli relativi al mese di agosto si concentreranno per il 58% nel settore dei servizi, con 2.120 nuovi contratti (dato stabile rispetto all’agosto 2022), e per il 62% nelle imprese con 50 o più dipendenti.
L’analisi all’andamento della domanda nei singoli settori rileva che all’interno dei servizi sono previsti 860 nuovi contratti nell’ambito dei servizi alle imprese (-7,5% rispetto ad agosto 2022), 490 nei servizi alle persone (+ 22,5%), 470 nei servizi di alloggio e ristorazione (-4,1%) e 300 nel commercio, che mostra una crescita del 3,4 % rispetto ad agosto 2022.
In buona crescita l’industria che, con 1.530 nuovi contratti previsti (100 in più rispetto all’agosto 2022), segna un +7%. In questo caso, la maggior parte si concentrerà nell’industria manifatturiera e nelle public utilities (1.390 unità, +9,4% rispetto al dato agosto 2022) e, a seguire, nelle costruzioni, con 130 nuovi ingressi, (-18,7%).
I contratti stabili (cioè a tempo indeterminato o di apprendistato) copriranno una quota del 17% del totale, mentre nell’ 83% dei casi si prevedono contratti a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita.
Le attivazioni di contratti interesseranno per una quota del 33% giovani con meno di trent’anni, per i quali è comunque richiesta, nel 58% dei casi, il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.
Come ormai accade puntualmente, le aziende incontreranno difficoltà, anche nel mese di agosto e in 46 casi su 100, nel reperimento delle figure professionali ricercate.
Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, la domanda di tecnici in campo ingegneristico è infruttuosa nel 79,6% dei casi, mentre quella di tecnici dell’organizzazione e dell’amministrazione delle attività produttive lo è nel 61,9% dei casi. Di difficile reperimento anche i tecnici della salute (nel 58,4% dei casi) ed anche i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (nel 57,7% dei casi).
Nell’ambito degli impiegati e nelle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento gli operatori della cura estetica (76,1% dei casi), gli addetti al controllo di documenti ed allo smistamento e recapito della posta (71,4% dei casi, di difficile reperimento), gli esercenti e gli addetti nelle attività di ristorazione (61,9%) ed i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali (nel 59,1% dei casi, di difficile reperimento).
Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano per gli operai addetti a macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazione metalli (80,4% dei casi di difficile reperimento), gli operai specializzati in edilizia (80% dei casi), gli operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (77,1%) e i conduttori di veicoli a motore (72,5%).