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Nonostante le pesanti incognite che gravano sul sistema produttivo a seguito del rialzo dei costi energetici e della complessa situazione internazionale, il mese di ottobre si presenta della crescita per quanto riguarda i nuovi contratti che saranno attivati dalle imprese della provincia di Piacenza.
Le analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio dell’Emilia sui dati rilasciati dal sistema informativo Excelsior, infatti, parlano di 2.900 nuovi contratti per il mese corrente, vale a dire l’1,4% in più rispetto a ottobre 2022.
Un incremento che appare in netta controtendenza rispetto al -1,2% previsto a livello nazionale e anticipatore di un saldo del trimestre ottobre-dicembre che si dovrebbe chiudere con un aumento del 2,1%, portando a 7.280 i nuovi contratti del periodo.
I nuovi contratti previsti per ottobre si concentreranno per il 77,2% nel settore dei servizi, con 2.240 unità (+0,9% rispetto a ottobre 2022) e per il 22,8% nell’industria, con 660 unità (+ 1,5% rispetto a ottobre 2022).
Nel 24% dei casi, i nuovi contratti saranno stabili (tempo indeterminato o apprendistato), mentre nel 76% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o con altri contratti con durata predefinita).
L’analisi all’andamento della domanda nei singoli settori produttivi rileva che nell’ambito dei servizi vi saranno 1.300 nuovi contratti nel comparto dei servizi alle imprese (+0,8% rispetto a ottobre 2022), 400 nei servizi di alloggio e ristorazione e nei servizi turistici (+8,1% rispetto a ottobre 2022), 280 (+3,7%) nel commercio e 260 nei servizi alle persone, con un calo del 7,1% rispetto a dodici mesi fa.
Per il settore industriale i nuovi contratti previsti entro ottobre si concentreranno per la maggior parte nell’industria manifatturiera e nelle public utilities con 490 unità (numero costante rispetto all’anno precedente) ed, a seguire, nelle costruzioni, con 170 unità e un +6,3% in più rispetto all’anno precedente.
I nuovi contratti interesseranno per una quota del 28% giovani con meno di trent’anni, per i quali è comunque richiesta, nel 55% dei casi, il possesso di esperienza professionale specifica o nello stesso settore.
Come ormai accade puntualmente, le aziende incontreranno difficoltà anche nel mese di ottobre per il reperimento di alcune figure professionali, complessivamente in 48 casi su 100.
Nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, il reperimento di analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni è difficile nel 90% dei casi, mentre lo è nel 70% dei casi per gli ingegneri, nel 87,3% dei casi nel reperimento di tecnici della salute e nel 66,7% per i tecnici in campo ingegneristico. Riguardo l’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, di difficile reperimento sono esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (in 71,8% dei casi, di difficile reperimento), addetti all’accoglienza ed all’informazione alla clientela (68,2% dei casi), le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (66,7% dei casi), professioni qualificate nei servizi personali (59,1% dei casi).
Nel segmento degli operai specializzati le difficoltà si scontano soprattutto nella ricerca di operai specializzati nel segmento della trasformazione agroalimentare (84,8% dei casi), in quella di operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili (71% dei casi) e di operai specializzati nell’assemblaggio di prodotti industriali (69% dei casi).