Salta al contenuto

Dopo la fase di stallo di marzo, torna leggermente in positivo il numero dei contratti che le aziende parmensi prevedono di attivare in queste settimane, anche se nei prossimi mesi si registrerà un nuovo rallentamento rispetto allo stesso periodo del 2023.

Sono 3.550, infatti, i nuovi contratti previsti in provincia di Parma nel corso del mese di aprile; il dato – che emerge dell’analisi dell’Ufficio studi della Camera di commercio dell’Emilia sui dati del Sistema Excelsior - appare in lieve crescita (+0,3%) rispetto al mese di aprile 2023. Secondo le previsioni, però, il dato risulterà invece negativo nel trimestre aprile - giugno, che dovrebbe chiudersi con un -2,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un numero di nuovi contratti attestato a 11.770 unità.

Le imprese che attiveranno nuovi contratti risultano il 17% sul totale, e la loro attenzione sarà rivolta ai giovani per il 33% dei nuovi contratti.

Si ampliano, intanto, le difficoltà di reperimento delle figure desiderate dagli imprenditori, che arrivano al 51% dei casi.

I contratti proposti sono per il 78% rappresentati da lavoro dipendente (22% tempo indeterminato, 49% determinato e 7% di altro tipo, tutti in crescita) e per il 22% da forme ‘flessibili’ (somministrazione/interinali e contratti di collaborazione/partite Iva/altri).

I primi settori di attività per i nuovi contratti programmati nel corrente mese di aprile sono il commercio (440 nuovi contratti e +57,1% rispetto allo stesso periodo 2023), i servizi di alloggio e ristorazione e i servizi turistici (420 nuovi contratti, +7,7% ) e le industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (con 390 unità, -11,4%), servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (390 nuovi contratti, -18,8%) e servizi alle persone (290 nuovi contratti, -32,6%).

Le 3 professioni più richieste in valore assoluto sono gli addetti nelle attività di ristorazione (350 unità, per il 52,9% dei casi difficili da reperire), gli addetti alle vendite (270 unità, per il 27,4% difficili da trovare) e i conduttori di veicoli a motore (220 unità, con il 61,6% delle figure difficili da reperire).

I titoli di studio più richiesti riguardano la qualifica di formazione professionale o diploma professionale, con 1.340 nuovi contratti (il 37,7% sul totale); a seguire, i diplomi di istruzione di livello secondario, con 1.010 unità (il 28,4% sul totale), mentre per chi esce dalla scuola dell’obbligo vi sono 700 nuovi contratti disponibili e per il livello universitario e l’Its Academy ci si attesta a 500 unità.

Per quanto concerne le figure professionali, i dati camerali attestano che nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica, la domanda di tecnici della distribuzione commerciale è infruttuosa nel 75% dei casi, mentre quella di ingegneri lo è nel 74,5% dei casi. Di difficile reperimento anche i tecnici della salute, nel 73,7% dei casi ed anche gli analisti e specialisti nella progettazione di applicazioni, nel 66,7% dei casi , di difficile reperimento.

Nell’ambito degli impiegati e nelle professioni commerciali e nei servizi, sono di più difficile reperimento gli operatori della cura estetica (76,5% dei casi), i professionisti qualificati nei servizi sanitari/sociali (59,3% dei casi), le professionalità qualificate nei servizi personali (54,5% dei casi), e gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (52,9% dei casi. Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà di reperimento si scontano nella ricerca di operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili (nel 69,9% dei casi, di difficile reperimento), di operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali (69,8% dei casi), di operai specializzati nell’installazione/manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche e di operai addetti alle macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (entrambi, nel 66,1% dei casi, di difficile reperimento).


Ultimo aggiornamento

29-04-2024 16:04

Questa pagina ti è stata utile?