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Nel mese di luglio, un piccolo ristorante della provincia di Parma ha speso l’1,1% in più sulla bolletta dell’energia elettrica rispetto al mese precedente.
E’ questo uno degli esempi forniti dalla Camera di Commercio dell’Emilia sulla base delle stime effettuate da Unioncamere e dalla Borsa Merci Telematica Italiana a conclusione delle analisi sull’andamento della spesa per l’energia elettrica e sulle ricadute per alcune tipologie d’impresa.
“In luglio – sottolinea il Presidente della BMTI e vicepresidente dell’Ente camerale, l’imprenditore parmense Vittorio Dall’Aglio – il prezzo di riferimento per l’energia elettrica (Pun) si è collocato dello 0,2% al di sopra di quello dello stesso mese del 2023 e in aumento del 8,9%rispetto al mese precedente”. “Gli oneri di sistema e le spese di trasporto, così come quelle relative alla gestione del contatore – spiega Dall’Aglio - non hanno registrato variazioni, in quanto includono componenti stabilite annualmente o trimestralmente da Arera e che sono state confermate per il terzo trimestre, mentre il costo della materia prima, sempre facendo riferimento al piccolo ristorante preso ad esempio, è aumentato dell’1,6%, con il risultato che il totale della bolletta per l’energia elettrica si è appesantito per quasi 130 euro in 30 giorni”.
Andamenti non molto dissimili si riscontrano anche per altre tipologie di esercizi e attività produttive.
Una gastronomia (negozio alimentare di 50 mq, 7 kw di potenza e consumo 15.000 kWh), secondo la Camera di Commercio dell’Emilia, sulla base delle stime di Unioncamere e della Borsa Merci Telematica, ha registrato, a luglio, un lieve aumento dello 0,8%, con un incremento del costo della materia prima dell’1,3%.
Sovrapponibili, in termini di variazioni registrate, gli incrementi sostenuti da un caseificio (450 mq, 70 kw di potenza e 130.000 kWh di consumo annuo), con un aumento del costo della materia prima dell’1,5% e un rincaro della bolletta, su base mensile, dell’1%.
“Proprio perché parliamo di aumenti mensili – sottolinea Vittorio Dall’Aglio – è evidente che la situazione va monitorata attentamente anche dal Governo, perché se questi aumenti perdurassero, soprattutto in una fase in cui è facilmente prevedibile un rilevante aumento dei consumi legati alla necessità di raffrescamento degli ambienti, registreremmo situazioni insostenibili per le imprese, ma anche per le utenze domestiche, le filiere produttive e di commercializzazione”.
In aumento, poi, anche le spese per il gas naturale, sebbene, anche in questo caso, non vi siano state variazioni per gli oneri di sistema, le spese di trasporto e di gestione del contatore che includono, così come per l’energia elettrica, componenti stabilite annualmente e trimestralmente da ARERA che sono state confermate per il trimestre in corso.
Per le tre tipologie di attività analizzate per il gas naturale (ristorante, gastronomia e caseificio), gli incrementi mensili si sono collocati tra il 4% e il 4,1%.
Le analisi della Camera di Commercio dell’Emilia sulla base delle stime Unioncamere e BMTI evidenziano, tra l’altro, che sia per l’energia elettrica che per il gas naturale, le offerte a prezzo variabile (sebbene in aumento in luglio) risultano complessivamente meno costose, in termini di spesa annua, rispetto a quelle a prezzo fisso (in calo a luglio).