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Segnali di lieve rallentamento per la manifattura parmense nel primo trimestre 2025.
Dopo aver archiviato il quarto trimestre con un aumento dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la produzione industriale nel primo trimestre ha infatti registrato un lieve calo (-0,2%), dato comunque largamente migliore del calo medio regionale del 3,2%
A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese.
Il lieve calo dei volumi si associa invece ad un dato in crescita per il fatturato (+1,1%) che si è rivelato migliore del -3,0% regionale.
Analizzando i principali settori produttivi, si conferma, rispetto al dicembre scorso, che tra i settori di maggior crescita dei volumi della produzione industriale rispetto al medesimo periodo del 2024 si colloca la lavorazione dei minerali non metalliferi (vetro, ceramica, materiale edilizio) con un +7,1%, ma ancor più alto il valore del legno e mobile (+8,4%), seguiti dalle industrie alimentari e delle bevande (+1,2%), dal tessile-abbigliamento-cuoio e calzature (+0,8%) e dalle industrie meccaniche-elettriche e mezzi di trasporto (+0,4%). Con valore negativo, invece, le industrie dei metalli (-3,7%) e altre industrie manifatturiere (-2,8%).
A livello di fatturato (con il +1,1% che si colloca all’opposto del -3% medio regionale), a crescere maggiormente sono le industrie meccaniche-elettriche e dei mezzi di trasporto (+6,0%); seguono quelle della lavorazione di minerali non metalliferi (+3,8%) e dell’alimentare e bevande (+1,4%). Con segno negativo, invece, il tessile-abbigliamento-cuoio-calzature (-9,5%), il legno e mobile (-6,7%), altre industrie manifatturiere (-3,7%) e le industrie dei metalli (-2,3%).
Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – sono risultati in crescita (+1,3%), grazie soprattutto ai valori positivi per la meccanica (+6,2%) e per la lavorazione dei minerali non metalliferi (+6,2%), contro un dato regionale di -2,5%.
Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del primo trimestre sono 12,7 (11,6 il dato medio regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è al 75,4% (superiore al 72,8% regionale).
Secondo le previsioni di produzione per il secondo trimestre 2025, il 63% delle imprese ipotizza stabilità generale, il 27% aumento e il 10% diminuzione.
Per quanto riguarda le previsioni di ordinativi, il 60% ipotizza stabilità, il 30% aumento e il 10% diminuzione.
Sul fatturato ci sono previsioni di crescita per il 24% delle imprese, di stabilità per il 69% e di calo per il 7%.
FOCUS ARTIGIANATO
Così come per tutta l’industria, anche per l’artigianato manifatturiero, a chiusura del primo trimestre 2025, si evidenzia un calo nella produzione. La flessione, in questo caso, appare più marcata, con un -3% (dato lievemente migliore del -3,7% medio regionale) che fa seguito al lievissimo aumento (+0,1%) del trimestre precedente.
Anche gli ordinativi totali calano del 2,2% (contro un -3,0% medio regionale).
Il fatturato complessivo, infine, è in calo dell’1,5% (-3,6% regionale).
Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del primo trimestre sono 6,9 (quasi in linea col 7,1 regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 68,0%, in linea col 67,9% regionale.
Secondo le previsioni di produzione per il secondo trimestre 2025, il 66% delle imprese artigiane ipotizza stabilità, il 20% un aumento e il 15% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 61% ipotizza stabilità, il 20% aumento e il 19% diminuzione.
Sul fatturato infine le previsioni di crescita riguardano il 19% delle imprese oggetto d’indagine, mentre le ipotesi di stabilità risultano per il 64% e quelle di calo per il 17%.