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Seppure con volumi di produzione ancora in leggero calo, la manifattura parmense mostra segnali di miglioramento.

Dopo aver chiuso il primo semestre 2025 con una produzione in calo del 3% e una flessione del fatturato dell’1,5%, i dati di fine settembre evidenziano un netto allentamento della morsa che si era stretta sui volumi (ora a -0,9%) e una contemporanea ripresa del fatturato, che si è riportato in territorio positivo con un +3,1%.

A evidenziarlo sono le analisi dell’ufficio Studi e statistica della Camera di commercio dell’Emilia sui risultati dell’indagine congiunturale del sistema camerale sulle piccole e medie imprese.

Per la produzione, tra i settori che hanno registrato qualche crescita dei volumi rispetto al 30 settembre 2024 si collocano la lavorazione dei minerali non metalliferi (vetro, ceramica, materiale edilizio) con un +6,1% e l’industria dei metalli con +0,6%. In calo, invece, gli altri comparti, col tessile-abbigliamento-cuoio e calzature a -2,2%, le industrie alimentari e delle bevande a -2,7% e il legno-mobile a -4,1%. Sostanzialmente stabili, invece, le industrie meccaniche-elettriche e di mezzi di trasporto, che registrano una lievissima flessione (-0,1%).

Relativamente al fatturato, che complessivamente è aumentato del 3,1%, i valori sono tutti positivi, ad esclusione di quelli del settore legno e mobile. L’analisi di dettaglio evidenzia un +0,6% per alimentari e bevande; tessile e abbigliamento registrano +1,4%; legno e mobile -4,2%; meccanica – elettrico e mezzi di trasporto +7,1%; industria dei metalli +0,7%; lavorazione di minerali non metalliferi +6,3%.

Gli ordinativi totali – secondo le analisi della Camera di commercio dell’Emilia – sono risultati in calo del 2,4% (il dato regionale è +0,4%), con flessioni anche per quelli esteri (-1,9%).

Le settimane di produzione assicurate a Parma dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del terzo trimestre sono 14,6 (11,8 il dato medio regionale) e il grado di utilizzo degli impianti è al 77,9% (74,3 il dato medio regionale).

Per quanto riguarda le previsioni di produzione per il quarto trimestre 2025, il 60% delle imprese ipotizza stabilità generale, il 31% aumento e il 9% diminuzione.

Per quanto riguarda le previsioni sugli ordinativi, il 60% ipotizza stabilità, il 28% aumento e il 12% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una stima del 60% per la stabilità, 31% per un aumento e 9% per un calo.

Sul fatturato ci sono previsioni di crescita che provengono dal 32% delle imprese, mentre il 57% ritiene si vada verso la stabilità e il 11% ipotizza un calo.

FOCUS ARTIGIANATO

Rispetto ai dati complessivi, l’artigianato manifatturiero manifesta una situazione più critica; a chiusura del terzo trimestre 2025, infatti, si evidenzia un calo della produzione del 2,8% e una contemporanea flessione del fatturato, che si è contratto dell’1,7%.

Anche gli ordinativi totali calano dell’1,4% (contro un -0,2% medio regionale).

Le settimane di produzione assicurate dalla consistenza del portafogli ordini alla fine del terzo trimestre sono 8,3 (dato migliore del 7,6 regionale), mentre il grado di utilizzo degli impianti è 74,9% (69,9% quello regionale).

Secondo le previsioni di produzione per il quarto trimestre 2025, il 72% delle imprese artigiane ipotizza stabilità, il 15% un aumento e il 13% un calo. Per quanto riguarda gli ordinativi, il 67% ipotizza stabilità, il 13% aumento e il 20% diminuzione; valori che – se riferiti ai mercati esteri – evidenziano una fiducia di stabilità per il 68%, 24% per un aumento e timori di calo per l’8%. Sul fatturato, infine, le previsioni di crescita riguardano il 20% delle imprese oggetto d’indagine, mentre le ipotesi di stabilità risultano per il 62% e quelle di calo per il 18%.

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Ultimo aggiornamento

19-12-2025 16:02

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