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Dopo il -3,2% dello scorso maggio, i nuovi contratti che le imprese della provincia di Piacenza prevedono di attivare a giugno risultano in aumento del 13,4% rispetto allo stesso mese del 2024, con un dato complessivo di 2.700 attivazioni. In aumento, seppur percentualmente meno marcato, anche i dati relativi al trimestre giugno-agosto, con previsioni di nuovi contratti pari a 7.970 unità rispetto alle 7.480 dello stesso trimestre 2024 (+6,6%).

I dati, elaborati dal sistema informativo Excelsior, gestito da Unioncamere, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con l’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio dell’Emilia, evidenziano, a proposito dei singoli settori, una crescita per l’industria del 3,1% (rimane però invariato il comparto manifatturiero/public utilities) e soprattutto per i servizi (+16,6%).

Le previsioni trimestrali, confermano l’andamento positivo per i servizi (+13,3%, e cioè 6.060 contratti, dei quali 710 in più rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno). Le stesse previsioni evidenziano l’ingresso in territorio negativo per l’industria, con un -9,9% corrispondente a 1.910 attivazioni (300 in meno rispetto al 2024).

Più nel dettaglio, per giugno la manifattura, con le sue 660 nuove attivazioni, prevede un aumento di 20 unità rispetto a giugno 2024, tutte legate allo sviluppo delle costruzioni (180 nuovi contratti, con 20 unità in più), mentre il manifatturiero resterà stabile a 480 unità.

Molto evidente, come si è detto, l’aumento dei nuovi contratti previsto in giugno per i servizi, con 290 attivazioni in più che porteranno il totale a 2.040.

L’aumento più consistente è previsto per il commercio, con un +37,7% (730 nuove attivazioni), seguito molto da vicino – in termini percentuali - dai servizi alla persona con un +37,5% (330 nuovi contratti), mentre le attività di alloggio e ristorazione prevedono un aumento del 12,0% rispetto al giugno del 2024 (280 nuove attivazioni). L’unico comparto dei servizi che non prevede crescita è quello dei servizi alle imprese, che conferma le 720 attivazioni del giugno del 2024.

Le imprese che prevedono di attivare nuovi contratti sono pari al 19,0% del totale e nel 23,0% dei casi le entrate saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Di converso, il 77,0% dei contratti sarà a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita) e in aumento di due punti percentuali rispetto allo stesso mese dell’anno passato.

Tra gli elementi più significativi dell’indagine, spicca la quota di nuovi contratti che a giugno è riservata ai giovani con meno di 30 anni, e che si attesta al 36,1%. Questi, nell’ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, sono particolarmente richiesti i tecnici in campo ingegneristico nel 67,4% dei casi, quelli informatici, telematici e delle telecomunicazioni con il 57,7% e gli ingegneri, per i quali è previsto che il 36,0% sarà under 30.

Invece nell’ambito delle professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, i giovani sotto i trent’anni sono molto richiesti come addetti alle vendite (63,2%), come professionisti qualificati nei servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (56,8%) e infine come addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (51,9%).

Da ultimo, tra gli operai specializzati e conduttori d’impianti e macchine, si prevede che il 58,5% dei nuovi contratti sarà riservato agli under 30 in qualità di fabbri ferrai costruttori di utensili, seguiti dagli operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali con il 52,4% e dagli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni, per i quali si prevedono nuovi contratti pari al 49,5%.

Anche il corrente mese è caratterizzato dal fenomeno dei candidati considerati introvabili da parte delle imprese piacentine, che dichiarano di avere difficoltà nel reperire i profili ricercati nel 50,3% dei casi, di cui il 36,3% per mancanza di candidati e il 9,4% per preparazione non del tutto adeguata degli stessi.

Tra i profili più difficili da trovare, nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica troviamo i tecnici della salute, considerati irreperibili per il 95,3%, i tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi, le cui posizioni potrebbero rimanere scoperte del 79,2% e infine i tecnici in campo ingegneristico con il 63,0%.

Nell’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, di difficile reperimento sono, soprattutto, i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali, la cui difficoltà di reclutamento arriva all’89,4%. Vengono poi gli addetti alla gestione economica, contabile e finanziaria con il 71,4%, seguiti dai professionisti qualificati nei servizi personali con il 50,0%.

Nel segmento degli operai con elevata qualificazione le difficoltà s’incontrano soprattutto nella ricerca di quelli specializzati delle lavorazioni alimentari, per i quali si prevede che rimarrà vacante il 92,2% delle nuove posizioni. Con percentuali di difficoltà di reperimento inferiori, ma pur sempre elevate, seguono i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori di macchine fisse/mobili (83,1%) e gli operai specializzati nell’installazione/manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche (80,0%).


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Ultimo aggiornamento

18-06-2025 10:06

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