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Dopo il pesante calo registrato in agosto (-10,5%), i nuovi contratti che le aziende piacentine intendono attivare evidenziano una netta ripresa, con dati superiori a quelli del 2024.
A settembre, infatti, sono previsti 3.030 nuovi contratti in provincia di Piacenza, con un aumento di 100 unità (+3,4%) rispetto allo stesso mese del 2024.
Le imprese piacentine contano poi di consolidare questo trend positivo nel trimestre settembre-novembre, con 8.590 nuovi contratti, vale a dire 390 in più (+4,8%) sullo stesso trimestre dello scorso anno.
L’analisi dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia evidenzia, a settembre, una crescita del 2,8% delle nuove attivazioni nell’industria (730 in totale e 20 in più rispetto ad un anno fa). Non sono però buone le previsioni per il manifatturiero e le public utilities che, sempre questo mese, con 510 contratti, potrebbero calare dell’1,9%, mentre le costruzioni puntano a 220 attivazioni, corrispondenti ad un +15,8%.
Più negative le previsioni per il trimestre settembre-novembre, che potrebbe chiudersi per l’industria piacentina con un -8,9% rispetto allo stesso periodo del 2024, fermandosi a 1.850 nuovi contratti.
Più positivo l’andamento dei nuovi contratti nel settore dei servizi, con un mese in leggero calo e, poi, un dato trimestrale in evidente crescita.
Per settembre, dunque nell’ambito del comparto dei servizi sono previsti 2.210 nuovi contratti (-0,9%, corrispondente a 20 unità in meno). Saranno in crescita i nuovi contratti legati alle attività di alloggio e ristorazione (+14,3% e 480 contratti), seguiti da vicino dal commercio (+11,6% e 770 attivazioni). Andamento opposto, invece, nei servizi alla persona, con 310 nuovi contratti e una diminuzione del 29,5%, e nei servizi alle imprese, ambito nel quale sono previsti 660 nuovi contratti (-1,5%).
Il dato dei servizi dovrebbe rivelarsi positivo, poi, su base trimestrale, con l’attivazione di 6.460 nuovi contratti (+4,7%).
Dalle elaborazioni camerali su dati Excelsior emerge che le aziende della provincia di Piacenza che prevedono di attivare nuovi contratti nel mese di settembre, sono pari al 18,0% del totale. Nel 22,0% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre per il 78,0% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).
Così come sta accadendo da diverso tempo, resterà alta, anche a settembre, la quota di nuovi contratti che è riservata ai giovani con meno di 30 anni, che si attesta al 38,5%. Questi, nell’ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, sono particolarmente richiesti in qualità di tecnici in campo ingegneristico (64,8% delle attivazioni in programma), di tecnici della salute (41,0%) e di tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (33,3%).
Nell’ambito delle professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, gli under 30 sono molto richiesti come addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (65,4%), addetti alle vendite (63,9%) ed esercenti e addetti nelle attività di ristorazione (54,6%).
Da ultimo, tra gli operai specializzati e conduttori d’impianti e macchine, si prevede che il 91,7% dei nuovi contratti sarà riservato ai giovani sotto i trent’anni in qualità di fabbri ferrai costruttori di utensili, il 60,0% agli operai addetti all’assemblaggio di prodotti industriali e il 48,0% agli operai specializzati installazione/manutenzione delle attrezzature elettriche/elettroniche.
Con settembre si ripropone anche il tema dei cosiddetti candidati introvabili, ovvero figure professionali per la cui reperibilità, le imprese dichiarano di trovarsi in difficoltà; a questo proposito, per il mese di settembre si parla del 53,3% dei casi.
Tra i profili di ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, il mismatching tra domanda e offerta di lavoro arriva al 71,8% tra i tecnici della salute, al 62,1% tra i tecnici dei rapporti con i mercati ed al 61,1% tra i tecnici in campo ingegneristico.
Invece, per le professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, le imprese segnalano difficoltà di reperimento nel 90,6% delle posizioni relative a professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali, per il 64,3% nel caso degli operatori della cura estetica e, infine, per il 57,7% degli addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela.
Critica anche la situazione che emerge nell’area degli operai specializzati e conduttori d’impianti e macchine, dove le difficoltà di reperimento si collocano all’87,5% per gli operai delle macchine automatiche e semiautomatiche per le lavorazioni di metalli e prodotti minerali, all’85,1% per fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica e all’84,1% per gli operai specializzati addetti alle costruzioni e mantenimento di strutture edili.
L’Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio dell’Emilia ha elaborato i dati forniti dal Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall'Unione europea.