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I nuovi contratti che le imprese della provincia di Piacenza prevedono di attivare a luglio risultano in calo del 3,1% rispetto allo stesso mese del 2024, con un dato complessivo di 3.360.

La ripresa, però, è dietro l’angolo, visto che appaiono positivi i dati relativi al trimestre luglio-settembre 2025, con previsioni di nuovi contratti pari a 8.880 unità, ovvero un +6,5% rispetto al periodo di confronto.

I dati, elaborati dal sistema informativo Excelsior, gestito da Unioncamere, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in collaborazione con l’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio dell’Emilia, a luglio evidenziano un divario molto marcato tra l’andamento previsto per il comparto dell’industria (-22,9% con 810 nuove entrate e 240 attivazioni in meno rispetto allo stesso mese del 2024) e quello dei servizi, che dovrebbero far segnare un +7,0%, corrispondente a 150 nuovi contratti in più su un totale di 2.290 contratti.

Per la manifattura e le public utilities, in particolare, è previsto un calo del 28,9% a luglio, mentre le costruzioni dovrebbero aumentare del 13,3%; nell’arco del trimestre si mitigherà il dato negativo della manifattura (-12,8%) e si manterrà in aumento (+2,4%) il numero dei nuovi contratti nelle costruzioni, con un bilancio complessivo dell’industria che registrerà un -10,4%, con 230 nuovi contratti in meno e un totale di 1.980 attivazioni.

Nell’ambito dei servizi, che incide sul totale dei nuovi contratti per il 68,2%, in luglio vi saranno aumenti a due cifre per le attività di alloggio e ristorazione e per il commercio (rispettivamente +25,0% e +21,1%), cui faranno da contraltare le diminuzioni del 4,0% sia nei servizi alle imprese, che in quelli alla persona.

In prospettiva, solo i servizi alle imprese chiuderanno il trimestre luglio settembre con un dato negativo (-2,6%), mentre si manterranno in evidente crescita le attività di alloggio e ristorazione (+40,9%), il commercio (+15,8%) e si invertirà decisamente la tendenza negativa per i servizi alla persona, che chiuderanno il trimestre a +25,7%; complessivamente, dunque, il settore dei servizi dovrebbe segnare un +13,4%, con 6.330 nuovi contratti (750 in più rispetto allo stesso trimestre del 2024).

Le imprese che a luglio prevedono di attivare nuovi contratti sono pari al 18,0% del totale e nel 21,0% dei casi le entrate saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato. Di converso, il 76,0% dei contratti sarà a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita), seppur in diminuzione di un punto percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno passato.

Resta alta, intanto, la quota di nuovi contratti che a giugno è riservata ai giovani con meno di 30 anni, che si attesta al 35,8%. Questi, nell’ambito dirigenziale e delle professioni con elevata specializzazione e competenza tecnica, sono particolarmente richiesti gli specialisti in scienze gestionali, commerciali e bancarie (55,0% dei casi), gli insegnanti nella formazione professionale, istruttori, allenatori, atleti con 47,6% ed i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni, che per il 46,2% sarà under 30.

Invece nell’ambito delle professioni impiegatizie, commerciali e dei servizi, i giovani sotto i trent’anni sono molto richiesti come addetti alle vendite (59,5%), come esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (51,2%) e infine come addetti all’accoglienza e all’informazione della clientela (41,9%).

Da ultimo, tra gli operai specializzati e conduttori d’impianti e macchine, si prevede che il 58,2% dei nuovi contratti sarà riservato agli under 30 in qualità di meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse/mobili, seguiti dagli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni con il 51,4% e dai fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica, per i quali si prevedono nuovi contratti pari al 48,8%.

Anche il corrente mese è caratterizzato dal fenomeno dei candidati considerati introvabili da parte delle imprese piacentine, che dichiarano di avere difficoltà nel reperire i profili ricercati nel 50,5% dei casi, di cui il 33,7% per mancanza di candidati e l’11,8% per preparazione non del tutto adeguata degli stessi.

Tra i profili più difficili da trovare, nell’ambito dirigenziale e con elevata specializzazione tecnica si trovano i tecnici della salute, considerati irreperibili per l’89,5%, i tecnici in campo ingegneristico, le cui posizioni potrebbero rimanere scoperte del 77,4% e infine i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni con il 57,7%.

Nell’ambito degli impiegati e delle professioni commerciali e nei servizi, di difficile reperimento sono, soprattutto, i professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali, la cui difficoltà di reclutamento arriva all’87,2%. Vengono poi gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione con il 45,8%, seguiti dagli addetti alla gestione economica, contabile e finanziaria con il 42,9%.

Nel segmento degli operai con elevata qualificazione le difficoltà s’incontrano soprattutto nella ricerca degli allevatori e operai specializzati della zootecnia, considerati introvabili nel 100,0% dei casi. Con percentuali di difficoltà di reperimento inferiori, ma pur sempre elevate, seguono i conduttori di macchine agricole (89,2%) e i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (86,0%).

Immagine riepilogativa dei dati statistici contenuti nel testo del comunicato stampa.

Ultimo aggiornamento

24-07-2025 10:26

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