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Sono 2.380 i nuovi contratti che saranno attivati dalle imprese piacentine nel mese di giugno, dato che evidenzia una flessione rispetto allo stesso mese del 2023.
Le analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio sui dati del sistema informativo Excelsior evidenziano, infatti, una diminuzione del 6,3%, corrispondente a 160 unità in meno.
Su base trimestrale (giugno-agosto) il calo del numero dei nuovi contratti sarà del 5,0%; le attivazioni, infatti, saranno 7.480, vale a dire 400 in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Osservando i dati relativi a giugno, i nuovi contratti previsti si concentreranno per il 73% nel settore dei servizi e per il 52% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.
Pur mantenendo il primato sul numero dei nuovi contratti, il settore dei servizi esprime dati previsionali in diminuzione rispetto a quelli del giugno 2023, con 1.750 nuovi contratti (-9,8%), mentre si osserva un aumento del 6,7% nel numero dei nuovi contratti nell’industria e delle public utilities e stazionarietà nelle costruzioni, con 160 nuovi contratti.
Nell’ambito dei servizi, la voce più importante è quella dei servizi alle imprese, con 720 nuovi contratti, seguita dal commercio (530), dai sevizi di alloggio e ristorazione (250) e dai servizi alle persone (240).
Nel 25% dei casi, i nuovi contratti previsti saranno stabili, ossia a tempo indeterminato o di apprendistato, nel 49% dei casi saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita) e per il restante 26% riguarderanno contratti di somministrazione ed altre forme di collaborazione.
Delle 2.380 attivazioni previste per il mese di giugno, il 10,1% (240 posizioni) è rivolto a candidati con titolo di laurea e di ITS, il 27,3% (650 posizioni) a candidati col diploma di scuola media superiore, il 41,2% (980 posizioni) rivolte a soggetti con qualifica di formazione o diploma professionale; continuano comunque a crescere anche le opportunità per i soggetti che hanno la scuola dell’obbligo (490 posizioni, il 20,6% delle entrate previste).
Guardando l’area aziendale di inserimento, il 33,6% dei profili mensili ricercati sarà destinato alla produzione di beni ed erogazione del servizio, il 22,7% alle aree commerciali e della vendita, il 18,1% alle aree tecniche e della progettazione, il 2,9% all’area amministrativa ed il 2,9% alle aree direzione e servizi generali.
Persiste, intanto, il gap tra offerta e domanda di lavoro: nel 52% dei casi, infatti, le imprese prevedono di incontrare difficoltà nel trovare i profili professionali desiderati, per i quali, nel 54% dei casi, è richiesta esperienza professionale specifica.
I PROFILI PIU’ RICERCATI
Tra i profili ad alta specializzazione, quelli più difficili da individuare sono: tecnici della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (nel 95,2% dei casi), tecnici dei rapporti con i mercati (76,4% dei casi), tecnici in campo ingegneristico (nel 67,6% dei casi, di difficile reperimento), tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (63,6% dei casi) e tecnici della salute (60,0% dei casi).
Nell’ambito dei servizi, di difficile reperimento appaiono le professioni qualificate nei servizi personali (nel 63,6% dei casi), le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (nel 61,9% dei casi), gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione ( 55,8% dei casi), gli addetti alle vendite (32,6% dei casi) e gli addetti alla segreteria e agli affari generali (28,6% dei casi).
Tra gli operai, invece, sono di difficile reperimento gli operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (94% dei casi), i fabbri ferrai costruttori di utensili (nell’89,2% dei casi), i fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria meccanica (nell’85,7% dei casi, di difficile reperimento), i meccanici artigianali, montatori, riparatori, manutentori macchine fisse e mobili (nell’83,5% dei casi) e i conduttori di veicoli a motore ed a trazione animale (nel 79,6% dei casi, di difficile reperimento).