Il PID - Punto Impresa Digitale offre un nuovo servizio di assessment sulla “Sicurezza Informatica” per aiutare le imprese a capire i rischi informatici ai quali sono esposte: dagli attacchi cyber alle truffe telematiche passando dal furto di identità e molto altro.

L'assessment può supportare le imprese a valutare se stanno tutelando i propri dati, ma anche quelli di clienti e fornitori, utilizzando misure e strumenti appropriati. Conoscere tempestivamente queste situazioni e quali punti di accesso o vulnerabilità sono già a conoscenza degli hackers informatici, aiuta concretamente un imprenditore anche sprovvisto di competenze tecnologiche, a fare il primo passo verso una maggiore sicurezza della sua struttura.

Il servizio di check-up in tema di sicurezza informatica proposto dal PID prevede due differenti strumenti di analisi: PID Cyber Check e Cyber Exposure Index (CEI).

Il PID Cyber Check è un test self-assessment di circa 30 domande che consente una prima auto-valutazione del livello di rischio di un attacco informatico al quale l’impresa è esposta.

PID Cyber Check non fornisce indicazione circa i presidi da mettere in atto per proteggere l’impresa da attacchi cyber, ma permette di focalizzare gli eventuali rischi a cui si può andare in contro restituendo anche una stima del danno economico derivante dai possibili attacchi.

Il servizio è gratuito, realizzabile dall’impresa online in completa autonomia. Al termine verrà prodotto un report personalizzato elaborato sulla base delle risposte fornite al test.

Clicca qui per accedere al PID Cyber Check

Il Cyber Exposure Index (CEI) è uno strumento di assessment più evoluto che, attraverso un complesso algoritmo di estrazione ed analisi dei dati sul web, verifica se e come i cybercriminali sono entrati in possesso dei dati di una particolare impresa e quali informazioni hanno a disposizione per poterla attaccare.

Il Cyber Exposure Index viene calcolato partendo dal sito web, dalla casella di posta aziendale e scattando una foto esatta dell’impresa attraverso 3 fattori primari:

  • Quantità dei servizi esposti su internet;
  • Elenco delle vulnerabilità potenziali sfruttabili dall’esterno (già note ai cybercriminali);
  • Data leakage o “fughe di dati” relative ad utenze e password legate all’azienda.

Lo strumento semplice ed efficace, a fronte del pagamento di un contributo alle spese di euro 55 + IVA ad Infocamere, prevede l’elaborazione di 2 report a distanza di 6 mesi l’uno dall’altro, in modo da fornire un monitoraggio dello stato di rischio cyber nel tempo. Un pool di esperti insieme al Digital Promoter della camera, fornirà alle imprese una lettura assistita dei risultati, per meglio comprendere lo stato dell’arte e porre in atto le adeguate misure di difesa.

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